
Quando pensiamo all’allenamento, la maggior parte delle persone immagina la spinta della panca, lo squat che porta in alto il bilanciere, la corsa in salita. In realtà, la parte più potente e trasformativa dell’esercizio si trova spesso nella fase opposta: quella in cui il muscolo lavora mentre si allunga, controllando e frenando il movimento. È la fase eccentrica, la cosiddetta “fase negativa”.
La scienza ci mostra che proprio lì si nascondono adattamenti unici, in grado di migliorare forza, massa muscolare, salute metabolica e resilienza. L’allenamento eccentrico permette di generare più forza con meno energia spesa, stimola in profondità la crescita muscolare e si rivela particolarmente efficace per prevenire infortuni e migliorare patologie croniche come diabete, ipertensione e sarcopenia.
Eppure, per anni è stato trascurato o addirittura evitato per paura dei DOMS (indolenzimenti muscolari tardivi). Oggi sappiamo che, se dosato in modo progressivo e guidato da un approccio scientifico, l’esercizio eccentrico è sicuro, adattabile e straordinariamente utile per chiunque: atleti, persone comuni, anziani, pazienti in riabilitazione.
La fase nascosta dell’allenamento
Quando alzi un manubrio ed esegui un curl per bicipiti, il muscolo si contrae e si accorcia: è la fase concentrica. Ma quando abbassi lentamente lo stesso manubrio, il bicipite lavora ancora, anche se si sta allungando: è la fase eccentrica.
Lo stesso vale in squat (discesa), panca piana (fase di ritorno del bilanciere al petto), correndo in discesa o scendendo le scale.
In tutte queste situazioni, il muscolo non smette di lavorare: anzi, deve produrre tensione per frenare il carico, proteggere le articolazioni e controllare il movimento.
Per decenni questa fase è stata vista come “secondaria” o semplicemente inevitabile. Oggi sappiamo che è molto di più: un’opportunità straordinaria di stimolo allenante e di benefici per la salute.
La fisiologia dell’esercizio eccentrico
Durante una contrazione eccentrica il muscolo assorbe energia anziché produrla. Per questo si parla anche di “lavoro negativo”. In pratica, è come se il muscolo facesse da freno, trasformando l’energia meccanica esterna in tensione interna.
Questa modalità ha due caratteristiche uniche:
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consente di generare più forza rispetto alla fase concentrica;
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richiede meno ossigeno e meno energia per unità di forza prodotta
Poiché l’eccentrico consuma meno ossigeno, lo stress cardiovascolare è minore: frequenza cardiaca, ventilazione e pressione arteriosa salgono meno rispetto allo stesso lavoro concentrico. Questo lo rende sicuro e accessibile anche a chi ha patologie cardiache o respiratorie.
A livello neurale, le contrazioni eccentriche coinvolgono strategie di controllo diverse. L’attivazione delle unità motorie è ridotta, ma la tensione prodotta è maggiore. Il cervello “lavora diversamente” rispetto alle fasi concentriche, e ciò stimola adattamenti particolari nella coordinazione e nella capacità di reclutamento.
Benefici unici dell’eccentrico
Forza e ipertrofia
Numerosi studi dimostrano che l’allenamento eccentrico produce guadagni di forza superiori a quelli ottenuti con il solo concentrico. In particolare:
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maggiore aumento della forza eccentrica specifica;
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adattamenti strutturali come aumento della lunghezza dei fasci muscolari e del numero di sarcomeri;
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stimolazione anabolica intensa, con aumento di fattori come IGF-1 e Mechano Growth Factor.
Crescita muscolare efficiente
Le meta-analisi (Roig et al., 2009) mostrano che la massa muscolare aumenta in modo simile o superiore al concentrico, con la differenza che l’eccentrico richiede un minore dispendio di energia. Per chi ha obiettivi estetici o di performance, significa stimoli più potenti a parità di fatica percepita.
Effetti cardiovascolari e metabolici
L’eccentrico riduce la pressione arteriosa in modo significativo: fino a -6.8 mmHg sistolica e -6.3 mmHg diastolica. Inoltre migliora il profilo lipidico (HDL ↑, LDL ↓) e la sensibilità insulinica, rendendolo uno strumento efficace contro sindrome metabolica e diabete.
Applicazioni pratiche
Sport e performance
Negli sport di potenza, l’eccentrico migliora la velocità, la capacità di salto e l’efficienza del ciclo stiramento-accorciamento. È usato anche nella prevenzione di infortuni muscolari, come gli stiramenti ai flessori della coscia nel calcio.
Riabilitazione
È il gold standard nel trattamento delle tendinopatie (Achillea, rotulea, epicondilite). Stimola sintesi di collagene e rimodellamento dei tendini. Dopo ricostruzione del legamento crociato, l’inserimento precoce di esercizi eccentrici accelera il recupero di forza e funzione.
Anziani e sarcopenia
Con l’età, la forza eccentrica si mantiene meglio della concentrica. Allenarsi con carichi eccentrici permette agli anziani di recuperare mobilità, equilibrio e ridurre il rischio cadute. Studi mostrano aumenti di forza fino al 60% anche in over 80 dopo programmi eccentrici (LaStayo et al., 2003).
Malattie croniche
Evidenze crescenti mostrano benefici su:
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diabete tipo 2 (miglior controllo glicemico e sensibilità insulinica);
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insufficienza cardiaca e BPCO (meno stress cardiaco per unità di lavoro);
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obesità (aumento del metabolismo basale post-esercizio grazie alla riparazione muscolare).
Che tu sia un atleta, una persona che vuole rimettersi in forma, un anziano che cerca autonomia o un paziente in riabilitazione, c’è un modo sicuro e progressivo per integrare l’esercizio eccentrico nel tuo percorso.
Con la giusta guida, può diventare la chiave per sbloccare forza, salute e benessere duraturi.
Bibliografia
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Roig M, Shadgan B, Reid WD. Eccentric exercise in patients with chronic health conditions: a systematic review. Physiother Can. 2008;60(2):146-160.
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